20 dic 2009

La bellissima Bianchi Impero del mio amico Cesare


Grazie al mio lavoro, ogni tanto incontro delle persone interessanti. Cesare è un amante delle biciclette R  conosciute come "a bacchetta". Lo incontrai in corso Galileo Ferraris,  con un ottima bici, anche se anonima, dei primi del '900, gli feci subito i complimenti per i bei mozzi ed i bellissimi parafanghi. Mi colpì molto il fatto che lui era veramente felice di pedalare con quella bicicletta dal sapore antico. Poco tempo dopo, rincontrai Cesare e mi informò che aveva trovato una bici, si trattava di una splendida Bianchi. Qualche mese dopo, per lavoro, passai nel suo palazzo. Mi fece vedere  la famosa Bianchi,  stavo quasi per svenire una bellissima impero: una rarità!
In cambio della messa a punto, lubrificatura, lucidatura e aggiunta di qualche particolare più adatto alla signora in questione, mi propose il baratto della sua vecchia bici anonima.. Portò a casa mia la meraviglia ed io, per non farlo andare a piedi, gli prestai la mia Umberto Dei, nella speranza che lui se ne innamorasse e mi lasciasse la Bianchi, ma...niente da fare, le mie aspettative, giustamente, sfumarono.
Sono felice di aver messo le mani su quel gioiello. Il bello è che, il mio amico Cesare, è rimasto entusiasta nel rivedere il suo mezzo finalmente in ordine, lucido e silenzioso.
Grazie Cesare per avermi dato l'occasione di rivitalizzare un velocipide di razza .    

22 nov 2009



finalmente l'ho trovata.....

La mia amica Giulia ,scoperta la mia morbosa ricerca per la signora delle bici, attivava il suo papà per la ricerca del mezzo. Due settimane fa ricevo la tanto attesa telefonata .
Organizzo la partenza col mio fedele camper e parto da Torino verso il punto più a sud della Lombardia un angolo di paradiso dove Veneto, Emilia , Lombardia si sposano in una socievole convivenza. Raggiungo Poggio Rusco alle sei di sera. Cosi incontro per la prima volta il simpaticissimo Italo, un attivissimo collezionista di cose antiche .
Arrivati nella sua cascina entriamo a far due chiacchiere nella cucina nella quale la cara Anna ci prepara un ,caffè buonissimo. come piace a me, ben pressato e scaldato nella cucina a legna il "put agè". Finalmente inizia il tour della cascina: mobili, lampadari, sedie, sediette, lavandini, brocche d'ogni genere insomma la cascina del collezionista ...
Finalmente in una stanza con l' arredamento barocco in un angolo poco illuminato intravedo il forcellino posteriore della mia UMBERTO DEI....
Si è lei la mia ricerca è finita bellissima le manca il carter ma per il resto è completa . Il faro nero, magneti Marelli, l'adinamo bosch ..Che meraviglia sono veramente felice non voglio nemmeno discutere il prezzo.
Tanto avrei fatto comunque un ottimo affare sai telai ben conservarti del 20 non sene vedono più tanti
l'ultimo che ho visto era quello del mio amico Mayno......
bene ora è mia ..Sarei ripartito subito alla volta di Torino. Ma non potevo rifiutare l'offerta di consumare un caldo pasto cucinato dalle mani esperte della mia amica Anna. Cosi nel mentre che la padrona di casa preparava la cena io ed Italo facemmo ancora un giro nella cascina, visto che ne mancava più della metà.
nel piano superiore del laboratorio ancora diverse bici, ma purtroppo niente di che, le bici non sono il suo forte.
Nella pianura della bassa padana la bici è il mezzo più usato. Cosi iniziai a fare domande sul l'uso del velocipede. Italo inizio a raccontare della sua infanzia . Raccontò del suo vicino di casa che andava a scuola con
la bici da corsa dello zio, che era un corridore. Mi raccontò anche di quando andò a vedere il suo primo giro d'Italia del tanto atteso arrivo di Faustino a Mantova,Ricordò anche che quando passava il giro tutto si fermava, i fattori furiosi punivano tutti i lavoratori che si ammalavano di giro.
Italo di giri ne ha seguito tanti, nei suoi ricordi sono incisi tanti giri d'Italia. Spero di non aver svegliato vecchie passioni. Non vorrei mai che ora iniziasse a collezionare bici anche lui. Potrei perdere un ottimo procacciatore....
Finalmente Anna fischia per la cena un abbondante risotto alla modenese , con del ottimo parmigiano prodotto dal suo vicino, una purea con pattate di campo ed una costina cotta nel forno a legna, il tutto bagnato con del ottimo vino locale ...Cosi dopo cena con la stufa ben calda e con in mano una grappa riprendiamo con i racconti di Italo.
Questa volta iniziò col contadino che portava le verdure al mercato del paese . Ricordò che portava cosi tanta merce che sembrava che la bici fosse guidata dalle verdure . Ricordo piano piano anche l'arrotino che al imbrunire faceva paura per via delle scintille ridiscendenti Insomma passammo tutta la sera in un ottimo clima di ricordi e risate. alla fine la morale è che io ho finalmente la mia Dei ma ora ho anche un amico in più
ed è sicuro che quando pedalerò la mia Dei, ricorderò con piacere il mio amico Italo.


17 nov 2009

 inverno....
Ora posso passare più tempo nel mio laboratorio.
Si sa d'inverno si ha un po più di tempo per le proprie passioni.
Bene giusto in questi giorni i miei generosissimi colleghi di lavoro,hanno scovato un pezzo d'inizio del 900. Come al solito offro una mancia per il ritrovamento, cosi decido di metterci subito le mani.
Il telaio è senza pipe, ma sfortunatamente ah due saldature anzi tre, anche la forcella è stata
saldata. Be smonto tutto e salvo i pezzi, il faretto posteriore, l'adinamo molto particolare con il suo para spruzzi originale , le leve dei freni in ferro presso piegato . Già mi sorge un dubbio ..
Più che leve freni ,un telaio cosi dovrebbe avere la leva del freno a tampone.
La ruota anteriore tipo r 28 con il mozzo senza oliatore.
Mentre quella posteriore ha un bel mozzo con doppio filetto oliatore a dado.
la guarnitura anonima di buona fattura ma sempre non originale.
i parafanghi ingiustamente diversi troppo diversi.
ora il telaio è nudo però che bello ha un inclinazione molto decisa ..
ma vediamo se è dritto ?
cosi perendo appuntamento per vederlo in dima .
Bene ho il benestare del telaista .
Per dirla tutta lui era molto interessato al telaio guardava le giunture interne e commentava le saldature poi disse telaio di qualche garzone che ha sbagliato le misure cosi le saldature furono
la salvezza del telaio. Bene potrebbe essere una buona visione.
ora ho rimontato le parti sane ho aggiunto un bel manubrio
una sella da corsa le sue ruote oliate ed ingrassate a dovere
una guarnitura più adatta.
Il movimento fisso non è il mio forte........forse non sono allenato vedremo col tempo visto che per il momento ho deciso di usarla per un po. Vediamo cosa diranno al baloon ........

19 ott 2009

La mia prima mostra scambio di biciclette.
Era il lontano 1996 con il mitico Annibale.
Eravamo in piazza Chironi.
Certo di acqua sotto i ponti ne è passata.
All' epoca, con il mitico Annibale,.
eravamo veramente affiatati. Lui era ed è il nostro punto di riferimento, da lui a prezzi popolari si comprano ancora oggi i pezzi più interessanti.
Ricordo con piacere il giorno che lo incontrai al baloon: era un piovoso giorno di un autunno del 1991, io ero appena uscito dalla movida Torinese, ed ero ancora un po' frastornato dai fumi della serata. Arrivai nella discesa della Dora e lì parcheggiai la mia vespetta. Iniziai il mio pellegrinaggio, banco dopo banco arrivai all' incasinatissimo ed ingrassatissimo banco di Annibale. Cercavo un contro pedale per una Prina sportiva, lui mi disse che ne aveva uno interessante e mi invogliò a cercarlo sul banco. Il contro pedale lo trovai, ma insieme comprai anche mezzo banco, guarniture, freni, carter ecc. finii per acquistare il materiale per altre 10 biciclette. Visto la mia inesperienza ed i miei fumi d'alcol ancora ballonzolanti nella mia testa comprai un sacco di materiale inutile. Ma lui generosissimo ad ogni pezzo acquistato me ne regalava uno ancora più inutile. Restai tutto il giorno in quel banco al punto che mi misi a fargli da commesso, arrivavano i clienti ed io li guidavo all' acquisto. Ancora oggi quando penso a quel giorno, amo pensare che senza Annibale, la mia passione per le bici forse non sarebbe cosi profonda. Oggi Annibale tratta sempre biciclette ed il suo banco è un punto di ritrovo per tutti gli appassionati di ciclismo. Attorno al banco puoi trovare ciclisti di tutte le epoche, telaisti del calibro del noto Picchio, appassionati come Steu, ex campioni tipo Poldo, collezionisti, come Cassano, e tutti gli amici della ciclo officina, insomma il sabato mattina è un rito fare due chiacchiere intorno al suo mitico banco ............Grazie Annibale per la tua capacita di aggregazione ......

16 ott 2009

Ogni volta che ammiro un velocipede il faro è l'oggetto che per primo attira la mia attenzione.
Certo è molto raro trovare un ciclo con il suo faro originale.
L'anno scorso sono passato per caso in un sfascia carrozze
di None per cercare delle parti per la mia vettura.
Trovati i pezzi che cercavo vidi che nel mucchio del ferro c'era il parafango anteriore di una bicicletta. Senza esitare ho chiesto al proprietario se potevo vedere il resto della bicicletta . Era una bellissima "ciclo impero" di color rosso montava una guarnitura col passo umbert, La corona era sicuramente traforata a mano . Mancava la catena e la ruota anteriore il cerchio posteriore era schiacciato. Ma il bello è che montava ancora il faro ad acetilene.Rimasi molto colpito da quel faro anche se era completamente distrutto. Era la prima volta che trovavo una bicicletta cosi antica col suo faro originale. Ho restaurato quello scassone
con tanta fatica era proprio un secchio di ruggine ma ora quando la guardo bella lucida è cromata col suo faro ad acetilene nuovo mi da molta soddisfazione.......
Certo la tecnologia e andata avanti Hanno inventato l'adinamo
le lampadine.
Io posseggo una fornita collezione di fari.
partendo da quelli a candela ,acetilene,a petrolio,
a lampadina,a pila ecc.ecc.
ma quelli che prediligo sono quelli in alluminio
dal 30 al 40 si usava oscurare i fanali con vetri gialli
sono i miei preferiti.
Forse perché non costano tanto o forse perché non occupano spazio
ma sicuramente perché puoi ricostruire le varie epoche e le varie tecnologie.....
A proposito di fari sono rimasto molto colpito dal faro che montava la Umberto Dei
del nostro Mayno e quello si che era particolare legno e ferro già già un pezzo davvero notevole.
So che la bicicletta la venduta ma spero che il faro l'abbia tenuto.






11 ott 2009

alberto in gara g 5 anno2009


ormai il mio campione da due anni partecipa alle gare con la mitica maglia del pedale san maurese
non ha ancora ottenuto grandi risultati ma l'impegno c'è ....lo dimostra in tutte le gare, si allena tutta la settimana vuole a tutti i costi salire sul podio....

28 set 2009

trasmissione cardano

















Sicuramente una pedalata innaturale, non si possono certo raggiungere alte velocità con il cardano.





L'eleganza del telaio è veramente ammirevole: niente catena, niente corona ,niente pignone,
insomma .....una bici diversa.
Non ha mai avuto il successo che si meritava .
Il suo "non" successo lo si deve sicuramente al fatto che la pedalata era fissa , strano, oggi tutti vogliono pedalare con la fissa .
In oltre il peso era eccessivo. La sua presentazione alla fiera di Milano del 1910 creo un piccolo giro di interessati. Ne furono prodotti non più di 100 pezzi per anno. La produzione fini con l'inizio della seconda guerra mondiale.
Dimenticavo dei 100 modelli prodotti per anno molti più della metà rimasero invenduti forse a causa dell' elevato prezzo....

27 set 2009

cambio margherita vittoria 1930

Meraviglioso un cambio vittoria del 1930
Il sig. Nieddu in una piccola officina torinese inventò il primo cambio per biciclette: una semplice leva tenuta in tensione da una cremagliera dentata. Certo, dovevi scendere per cambiare il rapporto sporcarti le mani e sopratutto perdere un sacco di tempo. Ma con tre rapporti potevi vincere le gare. Alcuni corridori come i noti Magni, Bartali, Defilippis, usavano dare un colpo ben assestato sul pignone. L'operazione non sempre riusciva ed il tallone della scarpetta finiva in mezzo ai raggi con rovinose cadute e rotture del mezzo. Fu cosi che il sig. Nieddu invento il secondo modello, era simile al primo ma l'innovazione fu nel creare due asticelle che deragliavano la catena da un rapporto al altro . Chi imparava a cambiare in sella fu soprannominato fulmine come il noto Maino. Il secondo modello non ebbe tanta fortuna perché i francesi inventarono il Simplex. Ma questa è un altra storia .

mostra scambio Novegro

Novegro
Insieme di ferraglie Francesi alla mostra scambio di Novegro.

Ormai per i molti appassionati del settore è uno dei ritrovi dove, le biciclette abbondano.
Certo i prezzi sono quelli che sono, ma una gita si può fare. Con otto, dieci euro d' ingresso
hai la possibilità di imparare e vedere tanti modelli di biciclette, insomma, puoi farti una cultura. Puoi approfondire la tua passione ma sopratutto trovare pezzi di interesse storico .
Lo so, c'è Imola, Reggio Emilia e tanti altri posti meravigliosi, ma Novegro é quella organizzata meglio.

ruggine grasso secco

Ormai è sempre più difficile trovare un rudere su cui vale la pena mettere le mani .
Recentemente ho trovato una STUCCHI (R) cerchi 26 e freni interni.
Il telaio è molto ben conservato ma mancano la guarnitura ed i parafanghi mentre il carter è schiacciatissimo. So che trovare le parti originali sarà un bel problema.

pedalare con stile

Ho sempre amato le biciclette, ricordo che in giovane età, il mio papà mi portava sulla canna della sua bici, una cromatissima Legnano "freni interni" . Con la stessa bici ho pedalato con i miei due figli. Chi sa se un giorno con la stessa Legnano miei figli porteranno i loro figli?
Saranno loro a deciderlo, sicuramente la Legnano sarà li ad aspettarli!